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La Prima Visita

Rivolgersi ad un professionista è sempre un’esperienza interessante. Nella prima visita dall’osteopata, sbrigate le pratiche amministrative in cui vengono registrati i dati del paziente, inizia una fase fondamentale: il dialogo iniziale.

Dialogo iniziale

La prima cosa, e la più importante, è capire se la persona che si è rivolta a noi sia arrivata nelle mani dello specialista giusto. O magari abbia bisogno dell’assistenza di un altro professionista sanitario: un ortopedico, un neurologo per esempio. In questo caso indirizziamo il paziente verso quello che ci sembra l’approccio curativo più adatto. Altrimenti, se ci troviamo di fronte a un problema che ha bisogno di una terapia osteopatica, procediamo.

Attraverso una serie di domande precise, l’osteopata inquadra il problema. Avviene quindi una raccolta di informazioni sullo stato di salute del paziente, sulla sua storia recente e remota, sulle malattie in famiglia, sui traumi fisici subiti in passato e sulle eventuali cure già affrontate.

I test

La visita continua. La persona viene fatta svestire rimanendo solo in intimo, e l’osteopata inizia i suoi test: esamina la colonna vertebrale, la postura e la capacità di movimento. Vengono studiati muscoli, fasce, addome e le diverse regioni del corpo. A questo punto si iniziano a leggere i vari segni e si procede nel capire qual è la relazione fra di loro. Con i test l’osteopata decifra le le relazioni fra questi problemi funzionali e tutto il resto del corpo. Se un paziente per esempio ha un problema alla cervicale, l’osteopata oltre alla zona dove nasce il problema, studia tutto il resto del corpo, per vedere come la struttura generale del fisico risente di questo dolore e di come, forse, ha contribuito a generarlo.





Il trattamento

Con il trattamento andiamo a trattare le anormalità attraverso un trattamento manipolativo appropriato alle zone in disfunzione. Non è detto che si intervenga direttamente dove il dolore nasce. L’osteopatia considera il corpo umano come un’unica struttura, quindi può capitare di intervenire in aree lontane, sbloccarle, in modo da avere effetti positivi sulla parte dove si accusa il disturbo. Attraverso un intervento manuale che conta varie tecniche di approccio, si lavora: sulle articolazioni, muscoli, fasce e visceri.

Il numero di sedute è variabile a seconda del motivo di consultazione, dello stato della persona e quello che effettivamente si riscontra. Personalmente non ne faccio meno di tre e più di cinque, escludendo i controlli di mantenimento a lungo tempo. Poi si possono dare ai pazienti delle indicazioni su come avere una condotta di vita migliore nella quotidianità, e cosi indichiamo le posizioni da tenere mentre si è al lavoro, si fanno lavori domestici e altro ancora.